Le cavallette e ad altri insetti stanno diventando sempre meno esotici e sempre più una risorsa, conquistando rapidamente i mercati occidentali.
MERCOLEDI 23 APRILE 2025 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 3 MINUTI
*Questo articolo è uscito nel numero di Marzo-Aprile 2025 di Terre & Culture come Editoriale.
L’entomofagia è la pratica alimentare del consumo di insetti. Deriva dal greco èntomos, “insetto”, e phagein, “mangiare”, ed è un’usanza molto antica: reperti archeologici di resti di Australopitecus ci fanno pensare che, dalla conformazione dei denti e dalla composizione delle ossa, l’uomo si cibasse di insetti già 5 milioni di anni fa, insieme a vegetali e radici. La facilità del loro reperimento e la necessità di alte concentrazioni di proteine e acidi grassi insaturi (quando ancora non era cacciatore) hanno fatto sì che questa pratica si consolidasse nella dieta umana; inoltre, la vitamina B12 di cui sono ricchi gli insetti è stata cruciale per lo sviluppo neurologico. Non solo, gli insetti sono tutt’oggi ancora molto apprezzati per il loro gusto, contrariamente a quanto si pensa diffusamente in Occidente. In vista dell’aumento della popolazione, previsto per il 2050 (da 7,2 a 9,7 miliardi di individui), la FAO promuove, dal 2013, questa pratica, che ha come scopo principale quello di permettere l’accesso globale ad un’alimentazione sana e nutriente, in grado di ridurre lo sfruttamento di risorse (ambientali, animali, economiche e sociali), necessario all’attuale produzione di cibo, e in special modo di carne, suolo e colture destinate ad animali da allevamento.
Insetti a tavola, la rivoluzione è servita! È il titolo di una giornata formativa organizzata dall’Università di Foggia presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse naturali e Ingegneria (DAFNE), in collaborazione con il Master in Controllo Ufficiale e Sicurezza Alimentare (CUASA). Con l’occasione, si è voluta stimolare una riflessione più profonda sulle pratiche alimentari future per contribuire a una maggiore consapevolezza riguardo a questo tema innovativo. L’evento ha approfondito tematiche di notevole interesse anche per il fatto che, negli ultimi anni, l’Unione Europea ha approvato l’impiego di insetti per il consumo umano, favorendo, in questo modo, la loro diffusione anche nei mercati occidentali.
L’utilizzo degli insetti nell’alimentazione umana ha radici profonde in molte culture del mondo. Questa pratica è diffusa soprattutto in Africa, Asia e America Latina, dove gli insetti vengono consumati per il loro alto valore nutrizionale e per la loro disponibilità. In Occidente c’è maggiore ritrosia per ragioni psicologiche, ma anche per la poca informazione rivolta a tale argomento. Eppure sembra proprio che prima o poi ci sarà una svolta epocale e così le proteine animali derivate dagli insetti saranno apprezzate anche in Occidente. In fondo, i diversi aspetti che vanno dalla nutrizione e salute alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo anche la tematica dell’occupazione nelle aree più marginali, creano aspettative promettenti.
L’innovazione di un mercato in espansione in molti Paesi europei, anche in Italia, si sta facendo notare e questo non può essere ignorato. Ci vorrà del tempo e anche un po’ più di fatica, ma, come abbiamo visto per altre innovazioni, una volta che la “ruota” gira, è difficile arrestarla. Gli insetti sono considerati una risorsa nell’alimentazione umana per il loro alto valore nutrizionale in quanto sono ricchi di proteine, grassi sani, vitamine (come la B12) e minerali (ferro, zinco, magnesio). Avvantaggiano la Sostenibilità ambientale, in quanto l’allevamento di insetti richiede meno acqua, cibo e spazio rispetto agli allevamenti tradizionali di carne, riducendo le emissioni di gas serra. Valorizzano l’efficienza nella conversione del cibo. Gli insetti trasformano il cibo in proteine in modo molto più efficiente rispetto al bestiame attualmente allevato, producendo meno scarti. D’altra parte, anche senza saperlo, si calcola che ogni anno mangiamo circa mezzo chilo di insetti tra adulti, uova e larve, mescolati in farine e loro derivati, caffè, spaghetti di riso, cacao, ma anche frutta, marmellate, salsa di pomodoro, zuppe pronte, senza dimenticare che i crostacei sono loro cugini stretti.
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