Nel 2022 quasi 89.000 donne sono state uccise intenzionalmente in tutto il mondo, il numero più alto registrato annualmente nel corso degli ultimi due decenni.
MARTEDI 19 DICEMBRE 2023 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 3 MINUTI
*Questo articolo è uscito nel numero di Novembre-Dicembre 2023 di Terre & Culture come Editoriale
Le cronache riportano numeri impressionanti di femminicidi. Il caso più eclatante, che ha catturato l’interesse dei media e di conseguenza della gran parte della popolazione italiana, è stato quello di una studentessa, Giulia Cecchettin, uccisa dal suo giovane fidanzato, Filippo Turetta, che non aveva accettato la fine della loro relazione e che lei si laureasse prima di lui. Questa vicenda è solo la punta di un Iceberg che coinvolge donne di tutto il nostro pianeta Terra e che a fatica viene arginato da una politica troppo spesso disinteressata. La violenza di genere è stata tollerata per molto tempo e giudicata come problema di secondo ordine. Basti pensare al delitto d’onore che in Italia è stato abrogato solo nel 1981 (legge 442 del 5.7.1981) ma che è ancora presente in Pakistan, patria di Saman, un’altra vittima illustre e disgraziata.
Una nuova ricerca dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) e Un Women, riferisce che nel 2022 quasi 89.000 donne sono state uccise intenzionalmente in tutto il mondo, il numero più alto registrato annualmente nel corso degli ultimi due decenni. La cosa che impressiona di più è il fatto che l’aumento dei femminicidi si è verificato nonostante un calo del numero complessivo di uccisioni e che per il 55% (dati ONU) sono stati commessi da familiari o partner: In media più di 133 donne sono state uccise ogni giorno nella propria casa.
Purtroppo questi dati sono sottostimati e riguardano tutti gli Stati. Nel 2022 l’Africa ha superato l’Asia diventando la regione con il maggior numero di donne uccise sia totali (20.000) sia in rapporto alla dimensione della sua popolazione femminile (2,8 vittime ogni 100.000 donne). È probabile che l’aumento di femminicidi commessi da partner o familiari in Nord America del 29% tra il 2017 e il 2022 e in altre aree del mondo sia dovuto in parte proprio al miglioramento delle pratiche di registrazione.
Nonostante nel sentire collettivo sembri che l’aumento di questi omicidi sia in costante aumento, si scopre che in Europa dal 2010 questi sono diminuiti del 21%. Ma questo non tranquillizza nessuno, visti i circa 150 casi all’anno in Italia (157 nel 2012, 179 nel 2013, 152 nel 2014, 141 nel 2015, 145 nel 2016), un totale di circa 600 omicidi negli ultimi quattro anni. Significa che in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna. E non va meglio nel Nord Europa dove ancora oggi assistiamo a paradossi inimmaginabili. “I paesi del Nord, considerati al primo posto per uguaglianza di genere, hanno livelli di stupro e violenza contro le donne spaventosi. Le sopravvissute alla violenza sessuale vengono tradite dai sistemi giudiziari”, spiega Tina Marinari, responsabile campagne Amnesty International Italia. Secondo un rapporto di Amnesty International del 2018 su Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, le donne e le ragazze che hanno subito violenza vengono infatti spesso abbandonate dal sistema di giustizia. Nessuno da solo può invertire la rotta che porta allo sfacelo ma certamente qualcosa deve cambiare, e anche in fretta. Non tutti i maschi sono dei violenti, questo è un dato di fatto. Però, anche inconsapevolmente, sono ancora troppi a tollerare atteggiamenti e battute da evitare in ogni contesto, frasi ambigue pronunciate sul posto di lavoro, nelle palestre o di fronte a un drink.