EDITORIALE
La One Health, l'intelligenza artificiale
e la Carta di Ottawa

LUNEDI 23 DICEMBRE 2024 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 3 MINUTI

*Questo articolo è uscito nel numero di Novembre-Dicembre 2024 di Terre & Culture come Editoriale.

 

 

Si sente spesso parlare di One Health (salute unica) come modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse. La ricerca di strumenti per rendere il tema della salute pubblica alla portata di tutti è antico e al contempo attuale. Si basa sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente. Per questo la One Health è riconosciuta ufficialmente dal Ministero della Salute italiano, dalla Commissione Europea e da tutte le organizzazioni internazionali quale strategia rilevante in tutti i settori che beneficiano della collaborazione tra diverse discipline (medici, veterinari, ambientalisti, economisti, sociologi etc.). Essa dovrebbe rappresentare un approccio ideale per raggiungere la salute globale poiché affronta i bisogni delle popolazioni più vulnerabili sulla base dell’intima relazione tra la loro salute, la salute dei loro animali e l’ambiente in cui vivono e tutti i determinanti che da queste relazioni emergono. Cambiare prospettiva è il primo passo verso una vita moralmente accettabile per tutti e per una salute unica e molteplice. L’intelligenza artificiale sta trasformando molti settori, inclusa la sanità, promettendo cambiamenti significativi nelle pratiche sanitarie e nella gestione della salute pubblica. Se utilizzata in modo etico e responsabile, può offrire soluzioni innovative alle sfide moderne e urgenti per il benessere e la salute del pianeta in un’ottica One health.

Una potenziale applicazione dell’intelligenza artificiale è data dall’analisi dei fattori ambientali e climatici per prevedere l’insorgenza di malattie trasmesse da vettori. In questo contesto gli algoritmi possono migliorare l’efficacia degli interventi, identificando le aree a rischio e consentendo risposte proattive da parte delle autorità sanitarie. Non bisogna però dimenticare che nonostante l’efficacia di questi algoritmi, la supervisione umana rimane essenziale: un approccio “human-in-the-loop” garantisce che i risultati ottenuti siano interpretati e convalidati da professionisti sanitari, per supportare decisioni informate. Da ciò si deduce che l’adozione dell’intelligenza artificiale presenta sfide che devono essere considerate con attenzione. La speranza è l’ultima a morire e in considerazione di ciò andrà tenuto in giusta considerazione ciò che aveva sancito il primo Congresso Internazionale sulla Promozione della salute, riunitosi a Ottava il 21 novembre 1986, presentando la CARTA di OTTAWA, propositiva per il conseguimento della Strategia della Salute per Tutti nell’anno 2000 e oltre. In questo documento, vero ispiratore della One Health, si esortava l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri organismi internazionali a sostenere la promozione della salute in tutte le sedi interessate e ad aiutare i singoli Paesi a elaborare e realizzare strategie e programmi di promozione della salute. Nel documento si legge: “II Congresso è fermamente convinto che se la gente di ogni condizione, le organizzazioni non governative e di volontariato, i governi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e ogni altro organismo interessato uniranno le loro forze per realizzare strategie di promozione della salute, nel rispetto dei valori morali e sociali che costituiscono la base di questa CARTA, la Salute per Tutti entro l’anno 2000 diventerà una realtà".

Poiché i requisiti, le condizioni e le risorse fondamentali della salute sono: la pace, la casa, l’istruzione, il cibo, il reddito, un ecosistema stabile, la continuità delle risorse, la giustizia e l’equità sociale, tale obiettivo sembra allontanarsi nel tempo, vista la situazione attuale. 

Ma noi non vogliamo dimenticare i messaggi riportati nella CARTA di OTTAWA: "Le società contemporanee sono complesse e interdipendenti. La salute non può essere un obiettivo isolato. Il legame inestricabile tra l’uomo e l’ambiente costituisce la base di un approccio socio-ecologico al problema della salute. Si tratti del mondo intero, di una nazione, di una regione o di una comunità, il principio informatore generale deve tendere sempre al sostegno reciproco, dobbiamo aver cura gli uni degli altri, della nostra comunità e dell’ambiente naturale. La tutela delle risorse naturali in tutto il mondo va ribadita come responsabilità globale. Il mutare dei modelli di vita, del lavoro e del tempo libero influisce in modo decisivo sulla salute. Lavoro e tempo libero devono divenire fonti di benessere per tutti”.

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