Temporali autorigeneranti e alluvioni impressionanti

La natura si ribella

 
Temporali autorigeneranti e alluvioni impressionanti
Questione di cultura

LUNEDI 10 OTTOBRE 2022 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 1 MINUTO

*Questo articolo è uscito nel numero di Settembre-Ottobre 2022 di Terre & Culture come Editoriale

 

 

Come ormai succede da anni anche in questo periodo siamo a piangere i morti causati da un’alluvione tanto improvvisa quanto disastrosa. La natura si ribella alle violenze subite dall’uomo che non rispetta i segnali di avviso scritti in molti, troppi territori, dove nel tempo si sono verificati eventi estremi. Le Marche sono state travolte da una bomba d’acqua impossibile da trattenere che ha causato morti e ingenti danni. Ben 420 millimetri d’acqua in poche ore. Si è parlato di “temporale autorigenerante” termine col quale gli esperti spiegano che una perturbazione di questo tipo non va ad esaurirsi, come fanno normalmente i temporali, ma tende a ricaricarsi.

Certo, come dice Mario Tozzi in un’intervista “Era impossibile da prevedere per quanto riguarda l’intensità e la portata ma non il fatto che queste perturbazioni ci siano. Ormai lo sappiamo che perturbazioni di questo tipo stanno funestando il Mediterraneo e l’Italia da anni. Non era prevedibile nel dettaglio stretto di questo fenomeno specifico ma era ampiamente da mettere nel novero delle perturbazioni possibili. Anche perché siamo alla fine dell’estate, grande calore a disposizione, grande siccità del terreno, preparato dunque a non assorbire le piogge e in un posto in cui solo nel 2014 la stessa Senigallia era stata investita da un’alluvione che aveva fatto 4 morti. Tutto è imprevedibile se vogliamo guardare le misure specifiche di dettaglio, ma il fenomeno era ampiamente da mettere nel conto“.

Fiumi che vengono deviati per costruire edifici e in alcuni casi ci sono intere aree che ne invadono l’alveo, perché chi ci amministra non pensa alle possibili conseguenze in tempo di pace, ci pensa solo ad alluvione avvenuta. Ogni volta ci si interroga dopo che i fatti sono accaduti e nelle immagini si vedono ponti con luci così strette e basse che non si capisce per quale portata siano stati commisurati. Oggi più che mai è necessario rimettere mano ai progetti per rivederli e adeguarli. È una questione di cultura, non di opere in senso stretto, la cultura deve essere questa: ormai dobbiamo convivere con questo tipo di clima cambiato su un territorio che noi stessi abbiamo reso più fragile. Bisogna essere preparati a contenere le grandi quantità di acqua che possono arrivare verso i centri abitati, predisponendo anche le casse di espansione, opere idrauliche realizzate per ridurre artificialmente la portata durante le piene di un corso d'acqua.

 

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