Veduta delle colline romagnole, nei pressi di Bertinoro
VENERDI 23 GIUGNO 2023 | DI CLAUDIO FRANZONI | TEMPO DI LETTURA: 2 MINUTI
*Questo articolo è uscito nel numero di Maggio-Giugno di Terre & Culture, nella rubrica Il Pennino
Come tutti i disastri ambientali, quello che ha colpito la mia regione il mese scorso mi ha lasciato amareggiato. Io, di madre romagnola, ho vissuto le immagini che si susseguivano sugli schermi televisivi e nei social, a volte anche con apprensione, nel vedere quelle terre, che io conosco bene, trasformate in desolati acquitrini e colline profondamente ferite da frane, solo a Casola Valsenio mi hanno scritto esservene state 110, con annessi e connessi. La Romagna era terra di allegria e tradizioni, di orti, di Sangiovese, di eccellenze gastronomiche e di spiagge rinomate baciate dal sole dell’Adriatico. Negli anni le cose sono cambiate, quell’aria di paese, i profumi che uscivano dalle cucine degli alberghi non ci sono più, i tempi sono cambiati e adesso tutto è stato spazzato via. I tempi sono cambiati, di nuovo. Ma i ricordi non si dimenticano, l’anima vera di questa terra è ancora lì, un po’ coperta di fango, un po’ ferita ma pronta a ricostruire tutto in tempi brevi.
Al di là di tutto, ascoltando i media, la colpa maggiore del disastro è ricaduta sui cambiamenti climatici. Hanno un loro concorso, è vero, ma non primario. Considerando l’eccezionalità dell’evento, gli effetti più disastrosi in parte si potevano attenuare se ci fosse stato meno disinteresse e noncuranza per l’amministrazione del territorio, passata e presente (e non solo per le zone alluvionate), compilando ad esempio un progetto ambientale/territoriale che fosse la base per interventi manutentivi e di prevenzione, assolutamente necessari in una nazione come l’Italia che è territorialmente fragile: dalla pulitura delle scoline alla regimentazione delle acque, dalle lavorazioni in collina/montagna alla gestione dei boschi e delle zone alberate, fino alla gestione dei torrenti con la pulizia degli alvei o delle fogne cittadino/paesane.
Anche noi di Terre & Culture, insieme alla associazione Culture, Tradizioni e Territori, cercheremo di parlarvene, come sempre, con storie e immagini, dedicandovi uno speciale nel numero di settembre/ottobre del magazine, con vari interventi e foto originali spedite dai nostri collaboratori, dove saranno inseriti testi e racconti, insieme alle foto vincitrici del concorso indetto dall’associazione Il borgo odoroso di Monteleone, in provincia di Cesena, a cura della dottoressa Ada Grilli.